Le Streghe

La parola "Strega" deriva da "STRIX", termine latino che indicava certi uccelli notturni.
Non tutti lo sanno, ma raramente si nasce Streghe: più spesso lo si diventa. La Strega è infatti una donna qualsiasi, che è riuscita a ottenere poteri magici più o meno grandi e una vita molto lunga. Ci sono, però, donne che sembrano più predisposte di altre alla stregoneria e che possiedono dei poteri innati, quasi sempre ereditari.
Esistono Streghe buone e Streghe cattive, mentre alcune sono entrambe le cose, a seconda delle occasioni.
Per secoli le Streghe furono non solo temute, ma anche perseguitate. Una donna accusata di praticare la stregoneria veniva processata e condannata a essere impiccata o bruciata viva.
Come si diventa Streghe
Un tempo si diceva che per diventare una Strega era insispensabile giurare fedeltà al Diavolo il quale, per avvicinare le donne da lui scelte, usava trasformarsi in un bel giovanotto dal berretto blu oppure in un vecchio tutto vestito di nero. Alcuni sostengono però, che l'uomo misterioso venerato dalle streghe fosse in realtà, il sacerdote di un'antica religione pagana, praticata soprattutto dalle donne e sopravvissuta in segreto.
Secondo altri, invece, le Streghe sono solo donne particolarmente sapienti, che conoscono meglio degli altri la natura e le proprietà delle erbe e che imparano a sfruttare i poteri della mente. Questa sapienza viene tramandata di madre in figlia, oppure insegnata dalle vecchie alle più giovani.
Il Diavolo, dunque, centra ben poco: e sarebbero le streghe stesse a mettere in giro la falsa voce di un patto col demonio, per spaventare i curiosi che vogliono ficcare il naso nelle loro faccende.
Come si riconoscono
Una vecchia bruttissima e curva, con un gran naso a becco pieno di verruche, i capelli ispidi, le unghie simili ad artigli, che porta un gran mantello nero e un alto cappello pure nero. E' in questo modo che siamo abituati a immaginare le Streghe, e a vederle nelle illustrazioni dei libri e delle fiabe.
Ma esistono anche streghe giovani e belle, streghe bambine, streghe di mezza età, che sembrano normali casalinghe o signore eleganti. Senza contare, naturalmente, il fatto che una vera Strega può cambiare aspetto.
(Da "Il piccolo popolo - STREGHE" - di Francesca Lazzarato, edizioni Arnoldo Mondadori)
Gli animali e le Streghe
Il Gatto
Da tempi antichissimi il gatto è l'animale preferito da una strega. Si credeva infatti che il gatto fosse l'incarnazione del diavolo.
Rane e Rospi
Anticamente le streghe li usavano per i loro infusi e per gli incantesimi, soprattutto quelli d'amore o di malocchio.
I Pipistrelli
Venivano usati nei riti o nei sacrifici e si diceva che le streghe riuscissero a comunicare con loro. Erano simboli di sventura.
Il Serpente
Da sempre simbolo del potere e del male era venerato e rispettato dalle streghe che spesso lo rendevano protagonista dei loro riti.
Il Topo
Si dice che molte streghe li allevassero, forse per poi trasformarli in piatto prelibato per l'amato gatto.
Animali Notturni
Si ritiene che fossero gli aiutanti delle streghe e che, addirittura, queste si trasformassero in essi. Chi aveva attorno a casa sua molti animali notturni, in alcuni casi rischiava di venir accusato di stregoneria.
Le erbe
Acconito
Fiorisce tra luglio e settembre con fiori a forma di elmo. Attenzione particolare deve essere fatta alle radice tuberose, occasionalmente confuse con quelle delle rape o di altre commestibili. Tutte le parti della pianta e in particolare le radici sono tossiche. Se parti della pianta vengono ingerite, immediata è la comparsa del prurito che dalla bocca si estende a tutto il volto, seguito da sensazione di freddo, sudorazione, dilatazione delle pupille, vomito e grave affaticamento. A dimostrazione della pericolosità del veleno contenuto nella pianta, si ricorda che anticamente in India le punte delle frecce venivano intinte con il succo delle radici.
Aquilegia
Chiamata anche "amore perfetto" o "amor nascosto" è una pianta che ha goduto molta fortuna in epoche più romantiche dell'attuale. E' una pianta erbacea perenne la cui parte vegetativa scompare completamente nella stagione fredda, per poi germogliare nuovamente alla fine dell'inverno. In primavera avanzata compaiono i fiori, molto particolari, costituiti da uno sperone uncinato paragonato al becco o agli artigli dell'aquila, da cui il nome comune della pianta. L'aquilegia è una pianta velenosa per il suo contenuto in glicosidi cardioattivi. Tali sostanze danneggiano principalmente il cuore e provocano crampi, difficoltà respiratorie e aritmie.
Agrifoglio
I latini chiamavano questa pianta "Acrifolium", da Acer = acuto e Folium = foglia, in riferimento alle spine delle foglie che venivano poste sulle funi per proteggere la carne salata dai topi, da cui il nome volgare "Pungitopo maggiore". Queste foglie, coriacee ed accartocciate, evocano una funzione di difesa tanto che gli antichi romani, durante i saturnali, ne portavano con se dei ramoscelli come talismani, portatori di prosperità, e ne piantavano vicino alle case per tener lontano i malefici. I frutti, che permangono per tutto l'inverno, sembrano celebrare la rinascita del sole, augurando un anno felice; essi, però, sono energici purgativi, da evitare perché possono provocare vomito sanguinolento anche a dosi modeste.
Belladonna
Fiorisce da giugno a settembre. Contiene alcaloidi tossici in tutte le sue parti ed in special modo nella radice e nelle bacche. E' particolarmente pericolosa perché i suoi frutti sono, contrariamente a quelli di altre piante velenose, di sapore gradevole e di aspetto invitante, ma ne basta solamente una per uccidere un bambino e poche di più per un adulto. I bambini possono essere attratti dall'aspetto invitante delle grosse bacche confuse con gli appetitosi frutti del sottobosco, soprattutto i mirtilli.
Come altri veleni può essere usata in minime dosi per curare varie malattie ed è, infatti, coltivata per i numerosi principi attivi, come antispasmodico, per il trattamento di malattie cardiache e del morbo di Parkinson. L'atropina è inoltre usata in oculistica ed il nome specifico della pianta deriva dall'uso cosmetico che ne facevano le donne nell'antichità, per dilatare le pupille e aumentare lo splendore dello sguardo.
Secondo la tradizione è una delle erbe che, insieme allo Stramonio e al Giusquiamo, veniva usata dalle streghe nella preparazione di unguenti che permettevano loro i voli notturni (in realtà viaggi psichici).
I sintomi sono condensati in una vecchia filastrocca inglese:
"caldo come una lepre" (aumento della temperatura corporea)
"cieco come un pipistrello" (dilatazione delle pupille)
"secco come un osso" (blocco della sudorazione e della salivazione)
"rosso come una barbabietola" (congestione del volto e del collo)
"matto come una gallina" (eccitazione psico-motoria, allucinazioni)
Colchico
E' una pianta erbacea perenne. I suoi fiori sono tipicamente autunnali; in primavera, invece, compaiono le foglie e i frutti, situati alla base delle prime.
Tutte le parti della pianta e specialmente i bulbo-tuberi sono tossiche, per il contenuto di colchina. I sintomi causati da questo alcaloide consistono in bruciore alla bocca, nause, vomito, aumento della frequenza cardiaca e dolori toracici. Questi sintomi compaiono precocemente, da 2 a 5 ore dopo l'ingestione di parti della pianta. I sintomi tardivi (più di 24 ore), invece consistono in febbre e insufficienza epatica e renale. La febbre può persistere per alcune settimane. Attenzione deve essere fatta al latte di pecore o capre che hanno brucato questa pianta; gli animali sono piuttosto resistenti all'azione della colchina, mentre il loro latte può essere tossico per l'uomo. Cavalli e bovini invece, abitualmente evitano di brucare la pianta.
Digitale Purpurea
E' una pianta erbacea biennale, che cresce e sidissemina spontaneamente. Nel primo anno di vita della pianta compaiono solo le foglie, mentre nel secondo anno, in estate, compare un lungo stelo che porta i fiori, penduli, a campana, simili ad un ditale (da cui il nome). Tutte le parti della pianta sono tossiche per cui, benché la digitale venga usata in medicina per il prezioso contenuto in glicosidi cardioattivi, se ne sconsiglia vivamente l'uso. I sintomi di un avvelenamento vanno dalla nausea, vomito, crampi e dolori addominali fino al rallentamento della frequenza cardiaca, irregolarità del ritmo e collasso, per non parlare di allucinazioni e vertigini.
(Notizie tratte da un opuscolo di Francesco Rigobello)
Edera
Pianta velenosa, specialmente le sue bacche nere, dà vomito e diarrea con depressione nervosa, gravi solo nei bambini. Le foglie possono causare dermatiti. I bambini sono attratti dalle bacche e gli adulti sono rimasti intossicati dalle foglie. Conosciuta da moltissimo tempo come sedativa, depurativa, ma soprattutto come tossifuga e anticatarrale, utilissima nella tracheite, laringite, asma, tosse e pertosse. Per uso esterno sono usate le foglie, sotto forma di pomate e decotti, nella cura delle ulcerazioni, delle ferite e della cellulite. Si riteneva che la pianta avesse la proprietà di tenere lontani gli spiriti maligni.
Fior di Stecco
Costituisce un esempio di fioritura precoce, con fiori che precedono la comparsa delle foglie; infatti, con il tepore dei primi raggi di sole primaverile essi compaiono sulla parte apicale dei ramoscelli, anche se il terreno intorno è ancora imbiancato di neve. In estate compaiono le foglie lanceolate e le bacche verdi che a maturazione diventano rosse, simili per forma e dimensione a quelle del ribes: una vera attrazione per la curiosità dei bambini. Tutte le parti della pianta e specialmente le bacche sono pericolose per il contenuto di diterpene tossico, la mezereina. Già dieci bacche della pianta possono costituire una dose mortale per un bambino. L'ingestione provoca sintomi quali nausea, vomito, bruciore e ulcerazioni della gola e della bocca, difficoltà respiratoria.
Giusquiamo
E' un'erba con proprietà allucinogene e si dice che, nel passato, fosse usata per ricavarne pozioni d'amore. Ogni parte della pianta è tossica.Sintomi caratteristici di avvelenamento sono disturbi alla vista, delirio e convulsioni che conducono al coma e alla morte. Le proprietà venefiche del giusquiamo sono conosciute da molto tempo e, parallelamente, i suoi possibili usi medicinali. Oggi si usano gli alcaloidi estratti dalle foglie e dai germogli verdi della pianta come sedativo per curare malanni totalmente differenti tra loro, quali le malattie mentali ed il mal di mare. Nell'ambito dell'occulto si ritiene che possa aumentare le capacità divinatorie e permettere l'evocazione degli spiriti.
Malva
Ha sempre goduto della stima popolare, sia per la bellezza dei suoi grandi fiori rosa-violetti sia per il suo valore come alimento e medicinale. Nell'epoca medievale, quand'era diffusa la convinzione che gli elisir d'amore fossero efficaci, questa pianta godette di una reputazione come antiafrodisiaco, favorente cioè una condotta calma e sobria. In tempi più recenti, le foglie di malva sono state usate per estrarre i pungiglioni di vespa e la sua linfa gommosa è stata ridotta in poltiglia e adoperata come pomata rinfrescante. Si dice che le streghe la usassero contro le rivali o contro chi voleva far loro del male.
Ellaboro
E' una pianta erbacea perenne, presente allo stato spontaneo nei boschi ombrosi calcarei, è diffusa come pianta da giardino a fioritura invernale e più conosciuta come "rosa di Natale". E' cosituita da foglie picciolate che permangono fino a dicembre. In questo periodo e fino a marzo circa, compaiono i fiori, di colore variabile dal bianco al rosa o al rosso vinoso. Per il contenuto in glicosidi cardioattivi la cui azione danneggia il muscolo cardiaco, questa pianta è ritenuta molto tossica sia per gli uomini che per gli animali. Il quadro clinico è costituito da sensazione di bruciore alla bocca, vomito, diarrea e coliche addominali. Si pensa che le streghe la usassero per gli incantesimi e che, spargendo davanti a sé frammenti di questa pianta, si diventasse invisibili.
Tamaro
E' una pianta perenne la cui fioritura si ha tra aprile e maggio. Il frutto è una bacca ovoide rossa, lucida, con una punta scura. In alcune zone il giovane germoglio, molto somigliante a quello del Luppolo, viene consumato come verdura, ma è prudente astenersene perché, sia le bacche che la radice di questa pianta, sono fortemente velenose e il solo contatto del succo con la pelle produce un forte bruciore. Un tempo la radice era impiegata come efficace diuretico ed antiasmatico, ritenuta capace di distruggere o espellere i calcoli; questo impiego è stato, però, abbandonato perchè non privo di pericoli essendo essa fortemente purgativa e vomitiva, in grado di provocare irritazioni gastriche ed intestinali.
Tasso
Fioritura da aprile a maggio. Il frutto è un arillo carnoso vivacemente colorato che circonda un solo seme, matura ad agosto-settembre. E' conosciuta da tempo immemorabile come pianta velenosa e per questo viene denominata "Albero della morte"; il principio tossico, la tassina, è contenuto in tutte le sue parti ad eccezione della polpa dell'arillo (involucro carnoso intorno al seme). Gli effetti velenosi sono: vomito, diarrea, dolore addominale, delirio e convulsioni, rallentamento dell'attività cardiaca fino a cessazione completa. Durante il Medioevo si sosteneva che la dea lunare apparisse a streghe e maghi con torce ricavate dal suo legno.
Veratro
E' una pianta erbacea perenne con rizoma carnoso e i fiori estivi raccolti in pannocchie terminali. Erroneamente confuso con la genziana, che però ha le foglie opposte invece che alterne, può essere raccolto ed utilizzato per la preparazione casalinga di liquori e tisane. L'ingestione di parti della pianta, di tisane preparate con essa o l'inalazione della polvere possono scatenare la sintomatologia caratteristica: soprattutto il vomito spontaneo, che per la sua precocità limita gli effetti sistemici; possono associarsi nausea, vertigini, sudorazione profusa e fredda e il rallentamento della frequenza cardiaca.
Pervinca
Nell'Inghilterra medievale ghirlande e corone di questa pianta venivano talora portate dai condannati a morte, forse perché questa pianta sempreverde era ritenuta simbolo di immortalità. Veniva usata anche in medicina, e uno scrittore inglese del secolo XVII le attribuiva "eccellente virtù di fermare il sangue da naso dei cristiani, se facevano una ghirlanda e se l'appendevano al collo". In quella stessa epoca gli erboristi la consigliavano anche come mezzo per accrescere la fertilità. Era detta "viola delle streghe" e, mischiata con altri ingredienti, serviva per gli incantesimi d'amore.
Stramonio
Contiene principi attivi di grande importanza farmacologica che, tuttavia, possono risultare molto tossici. Foglie e semi svolgono azioni di tipo antinevralgico, antispasmodico, antiasmatico e antireumatico dovute alla presenza di numerosi alcaloidi, il cui insieme prende il nome di daturina.
Le foglie di stramonio di prima scelta sono utilizzate per confezionare sigarette antiasmatiche, ottime calmanti e regolatrice del ritmo respiratorio. Poche gocce di questa pianta davano alle streghe allucinazioni e sensazioni di volo.
(Notizie tratte da un opuscolo di Francesco Rigobello)
Il Sabba, i poteri e le pozioni
Si chiama Sabba la grande festa delle Streghe, che si riuniscono per banchettare, danzare e ritrovarsi tutte insieme. Si tiene di notte, in luoghi isolati e selvaggi che hanno al centro una roccia piatta o un grande albero intorno al quale, il giorno dopo, si possono vedere i cerchi disegnati nella polvere o nell'erba dai piedi delle danzatrici. I festeggiamenti cominciano a mezzanotte e finiscono prima del canto del gallo che, come tutti sanno, mette in fuga le potenze oscure.
Innanzitutto le Streghe si siedono a tavola e mangiano cibi di ogni genere (a volte ottimi, a volte piuttosto disgustosi) alla luce di candele nere. Poi hanno inizio le danze, al suono di un flauto e di uno scacciapensieri.
Alla fine, stanchissime e soddisfatte, le Streghe inforcano le loro scope e tornano a casa prima che spunti il giorno. E guai a chi cerca di spiarle: se venisse sorpreso, niente lo salverebbe dall'essere trasformato in un rospo.
Sono moltissime le cose che una Strega può fare, se conosce a sufficienza il suo mestiere.
Innanzitutto può volare, muovendosi nell'aria senza alcun sostegno oppure cavalcando un manico di scopa, un ramo di nocciolo, un fuscello di paglia o un gambo di fagiolo. Ci sono, inoltre, Streghe che volano in groppa a gatti neri, a cani e cavalli, o addirittura sulle spalle di esseri umani ai quali mettono briglie fatate, spronandoli con una bacchetta.
Una Strega sa confezionare filtri di ogni genere, che possono suscitare l'odio o l'amore di una persona. Filtri simili sono molto richiesti da uomini e donne che vogliono piegare gli altri alla loro volontà, o dar innamorare chi li ha respinti. Qualunque Strega, anche la meno abile, sa trasformarsi in animale e cambiare a volontà il proprio aspetto e quello degli altri. Molto spesso, per esempio, le Streghe mutano i loro nemici in uccelli, in rospi, in asini, in gatti oppure in un oggetto qualsiasi. Quanto a loro, amano particolarmente trasformarsi in gatti, cani, lepri, volpi e civette, oppure in fanciulle bellissime. Una Strega può anche gettare il malocchio, leggere nel futuro e vedere nel passato.
Qualche ricetta?
Per volare si adoperano diversi incantesimi, che comprendono sia una formula da recitare, sia l'uso di uno speciale unguento. Ecco la ricetta:
Prezzemolo, acqua di aconito, foglie di pioppo e fuliggine.
Pestare, bollire, filtrare: si otterrà un liquido scuro.
Per far piovere o grandinare ci sono diversi sistemi:
1. gettare una pietra o un pugno di sabbia oltre la propria spalla sinistra;
2. scavare una fossa, riempirla d'acqua e agitarla con le dita;
3. far bollire in una pentola un pugno di setole di maiale.
Ecco la formula per un efficace filtro d'amore:
prendere le ali di quattro pipistrelli, nove peli della coda di un cane, il sangue di un piccione nero e far bollire a lungo, poi filtrare. Bastano poche gocce sciolte in una bevanda per far innamorare chiunque.
(Da "Il piccolo popolo - STREGHE" - di Francesca Lazzarato, edizioni Arnoldo Mondadoori)