Il Mulino

Tra i tanti insediamenti artigianali presenti sul Sentiero - fucine per la lavorazione del ferro, strutture per la preparazione della calce, del carbone e per la lavorazione del legname - non poteva certo mancare un edificio come "il vecchio mulino".
La caratteristica costruzione, solo di recente rimessa in funzione, azionata dall'acqua del Rio Caino, ripercorrendo l'intero ciclo di lavorazione dei cereali, dalla macinazione alla cottura del pane, ripropone a turisti e visitatori il fascino dei mestieri antichi.
Fin dai tempi più antichi l'uomo ha utilizzato i cereali, sotto forma di chicchi o di farina, per la propria alimentazione. Alcuni di essi come il frumento, la segale, l'orzo venivano utilizzati per preparare dei cibi, altri venivano dati come nutrimento agli animali che aiutavano i contadini nei lavori dei campi.
Nel secolo scorso i cereali più importanti coltivati in trentino erano: frumento, orzo, segale, avena, mais, grano saraceno. La farina del frumento e quella della segale venivano utilizzate, insieme ad altri ingredienti, per preparare il pane bianco e il pane nero.
Con la farina del mais e del grano saraceno si cucinavano invece la polenta gialla e quella grigia. L'orzo "brillato", cioè liberato dall'involucro che riveste il chicco, serviva per preparare minestre e minestroni. Esso veniva in parte tostato e macinato per fare il caffè d'orzo. L'avena veniva utilizzata come foraggio per nutrire il bestiame, cavalli e bovini in particolare.
Ma come si faceva per ottenere la farina dai cereali? Essa si ricavava dalla loro macinazione.
Nota. I testi ed alcune immagini presenti in questa sezione, liberamente adattati alle nostre esigenze, sono stati tratti dal Quaderno "Farina del mio sacco" edito dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige.