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Il Carbonaio

di Giovedì, 19 Giugno 2014
Immagine decorativa

"Sfrondare la legna, costruire il poiàt, sorvegliarlo, scaricarlo ed insaccare il carbone erano operazioni che intere famiglie di carbonari ripetevano continuamente nella lunga stagione sull'aiàl. E questo dalla fine di marzo alla fine di novembre".

(Tratto da: Delio Brigà, La fata Gavardina, Publiprint Editrice)

Eccoti giunto nel settore che il Sentiero ha dedicato ad un mestiere che con la comparsa del gas e di altri combustibili è andato via via scomparendo: il mestiere del carbonaio, mestiere faticoso e spesso mal pagato.
Seguimi nelle prossime righe e potrai ripercorrere tutte le fasi che vanno dall'iniziale accatastamento della legna alla produzione del carbone.

Il Poiat

Sfrondata la legna con l'accetta, suddivisi i tronchi in pezzi lunghi poco più di un metro, si cominciava a costruire il poiàt.
Nel centro si piantava un palo diritto lungo circa tre metri. Intorno ad essi si costruiva il camino, dai carbonai chiamato anche castel usando legni corti (30 centimetri) che venivano accatastati diligentemente attorno al palo, due in un senso e due sovrapposti in senso opposto. Ai piedi del camino si disponevano obliquamente dei bastoni, all'inizio più corti, poi sempre più lunghi, fino a quando si era raggiunta la misura normale (circa un metro e venti).

(Sintesi da: Delio Brigà, La fata Gavardina, Publiprint Editrice)

l'Aial

Non appena la famiglia dei carbonari arrivava nel bosco dove avrebbe trascorso alcuni mesi (da marzo a novembre), provvedeva immediatamente a costrirsi una dimora, povera e semplice ma sicura e ben riparata dal vento.
Si passava poi al taglio della legna. Era questo il momento in cui la famiglia era occupata al completo: uomini, donne e anche ragazzini. Non si poteva andare oltre i primi di giugno in quanto poi il taglio veniva "chiuso".
Bisognava poi costruire l'aiàl, cioè la piazzuola sulla quale si erigeva il poiàt. Erano più o meno grandi queste piazzole a seconda della grandezza delle carbonaie che si intendevano fare. Le famiglie piccole costruivano un aiàl o due, quelle più numerose ne preparavano anche tre o quattro, dislocati nei luoghi dove c'era più legna.
Accanto ad ogni aiàl si costruiva il così detto baitél, cioè una piccola baita per una persona. Esso era necessario nel periodo in cui si doveva sorvegliare il poiàt perchè questo non prendesse fuoco. un membro della famiglia dormiva nel baitél e si alzava alcune volte nella notte per controllare se c'era pericolo.

(Sintesi da: Delio Brigà, La fata Gavardina, Publiprint Editrice)